Permesso di soggiorno al convivente extracomunitario. Creato il precedente

Permesso di soggiorno

È stata per molto tempo negata la convivenza more uxorio per le coppie di fatto composte da cittadino italiano, convivente con cittadino extraUE ma grazie alla Studio Legale Damiani&Damiani, dal 3 febbraio 2020 le cose sono cambiate con una nuova sentenza del Tribunale di Bologna. Il giudice ha sancito che il convivente extracomunitario di cittadino italiano ha diritto a fare ingresso in Italia, anche se non è in possesso del permesso di soggiorno. Si tratta di un problema che coinvolge migliaia di coppie in Italia, tanto che alcuni giuristi avevano pensato di fare una class action per attirare l’attenzione sul problema.

Ma da oggi, se hai tentato senza successo di richiedere il permesso di soggiorno per il tuo partner extracomunitario convivente, ti basta rivolgerti ad un avvocato esperto di immigrazione per risolvere il problema causato da un diritto negato dallo Stato Italiano a scapito del Diritto dell’Unione Europea e dei cittadini UE.

Sappiamo ormai bene che gli immigrati rappresentano un vantaggio e sono una realtà importante dell’Italia. Lo spostamento delle persone è un fenomeno dettato da ragioni economiche e dalla globalizzazione che trascina con se esperienze nuove e diverse per tutti, anche per coloro che decidono di unire i propri destini e formare una famiglia o una coppia che dir si voglia formata da un cittadino dell’Unione Europea e un cittadino ExtraUE. Non c’è nulla di male ed infatti il Diritto riconosce e tutela questa possibilità anche oltre il matrimonio estendono alle unioni civili e di fatto.

Lo è stata perché le questure e l’ufficio immigrazione non hanno mai rilasciato il permesso di soggiorno al convivente extraUE, impedendogli di richiedere la residenza in un Comune Italiano.

Ma si trattava di un Diritto negato. La possibilità del ricongiungimento familiare e del riconoscimento dell’unione civile tra cittadino italiano e cittadino extraUE, sottoscritta attraverso il contratto di convivenza firmato davanti un avvocato esperto del diritto all’immigrazione, è stato riconosciuto fin dalla Direttiva 38/2004/CE, recepita dalla norma italiana nel 2007.

Tuttavia, finora il diritto era stato negato in forza di una circolare del Ministero degli Interni che aveva subordinato impropriamente la Legge. Infatti, chi non aveva già un permesso di soggiorno non poteva godere dei benefici introdotti dalla direttiva 38 del 2004.

Al suo ingresso in Italia, il convivente extracomunitario non poteva godere dei benefici scaturiti dalla condizione di partner convivente di cittadino italiano che può essere provato con ogni mezzo. La circolare del Ministero dell’Interno n.9 del 2012 ha sempre negato questo Diritto e che disapplicava la Legge dello Stato.

Ma una sentenza del Tribunale di Bologna è intervenuta a sanare il vulnus legislativo. Il giudice ha deciso che l’ufficialità del contratto di convivenza sottoscritto innanzi ad un Avvocato come previsto dalla L. 76/2016, ai sensi del D.Lgs. 30/2007 è sufficiente per riconoscere il diritto del convivente extracomunitario di entrare in Italia e richiedere la residenza in un Comune dello Stato. si può proseguire nella battaglia a difesa e tutela del diritto alla famiglia delle coppie formate da convivente EXTRA-UE e cittadino italiano, forti della fondatezza delle nostre ragioni.