Le cellule tumorali in molti casi sono in realtà cellule “normali” dove non dovrebbero essere

Forse a qualcuno sarà capitato di leggere, in qualche referto di analisi istologica, cioè di studio delle cellule dei tessuti, che sono presenti “cellule indifferenziate”. Questo termine, se partiamo dall’idea che le cellule tumorali sono cellule impazzite, ci farebbe tranquillizzare mentre, invece non è così.

Ogni nostro organo ha un compito preciso da svolgere ed è composto da cellule specializzate nello svolgimento di quella particolare funzione, sono, cioè, differenti da quelle di altri tessuti che svolgono altre funzioni. All’interno degli organi, le cellule vecchie che muoiono, sono rimpiazzate da altre “addestrate” dal DNA a crescere in un certo modo, con certi ritmi e con strutture determinate.

Se capita che invece di rispondere agli ordini di formazione e crescita, per qualche motivo, queste fanno a modo loro, non si specializzano per il lavoro che dovrebbero svolgere, allora sono indifferenziate, cioè non sono coerenti con le cellule tipiche di quell’organo. Queste crescono in modo disordinato, disorganizzato e cercano la sopravvivenza e lo sviluppo, come altra entità vivente, anche sfruttando l’organo in cui si trovano. Alla lunga inducono anche la formazione di vasi sanguigni per nutrirsi e crescere e alla fine distruggono l’organo che le ospita con la loro totale anarchia. Ecco perché nell’analisi di un organo la presenza di cellule indifferenziate non è una buona cosa e spesso rappresenta la presenza delle cosiddette cellule tumorali.